Donne e vino: un binomio purtroppo ancora ricco di discriminazioni.
Ad oggi è cambiato qualcosa rispetto al passato?
Nel periodo greco e romano il vino era una bevanda vietata alle donne, a cui si richiedevano fedeltà e discrezione, doti che potevano essere compromesse dal vino. Solo gli uomini potevano consumare vino ai banchetti. Per fortuna quei tempi sono lontani, ma a quanto pare non proprio così distanti.
Nell’intervista rilasciata al TG2, ora al centro di numerose polemiche, la scrittrice Antonella Boralevi afferma: “Le donne non si sentono all’altezza, forse per genetica, bevono come prima fumavano una sigaretta, bevono per darsi un tono. Non abbiamo bisogno del bicchiere di vino per sapere di essere di valore. Meglio una piccola dose e soprattutto mai bere da sole in casa, mai”.
A commento di quanto rilasciato dalla scrittrice, pensiamo che per le donne il rapporto col vino non c’entri nulla con le questioni genetiche o con il non sentirsi all’altezza. Piuttosto, si tratta di un problema di cultura.
Deve esserci un motivo per bere vino? Per la parte di società di cui la scrittrice si fa portavoce sembra di sì, dato che non è concepito che le donne bevano per piacere, ma sembra debbano farlo per colmare un vuoto.
Le donne però non bevono per darsi un tono o per darsi valore, ma semplicemente per degustare il vino allo stesso modo degli uomini, sole o in compagnia.
La strada per l’abbattimento dello stereotipo “donna e vino” è ancora lontano, basti pensare alla foto dell’inaugurazione del “Vinitaly” di quest’anno, dove è presente solo una donna, presente in sostituzione del sindaco, uomo.
Nonostante questo, noi donne continueremo a combattere per l’abbattimento delle barriere imposteci dalla società, rimovendo i soliti tabù e limiti che negano la nostra libertà.
Nicole Fusti, Anna Morini, Sofia Romeo (5^ CV)
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